Intelligenza artificiale Van Gogh Incontra John McCarthy.

 Vincent van Gogh e John McCarthy: Arte e Intelligenza Artificiale al Bar

 

 

van gogh
Van Gogh – Questa opera di Vincent van Gogh si intitola “Café Terrace at Night” (Terrazza del caffè la sera). Data di realizzazione: Settembre 1888 Luogo di riferimento: Arles, una città nel sud della Francia, dove Van Gogh si era trasferito e dove ha realizzato moltissimi dei suoi dipinti più celebri. Il caffè ritratto si trova sulla Place du Forum di Arles, e ancora oggi esiste, restaurato per assomigliare al dipinto. Dove è esposta l’opera: Attualmente il dipinto si trova presso il Kröller-Müller Museum a Otterlo, nei Paesi Bassi.

 

(File:Vincent Willem van Gogh – Cafe Terrace at Night (Yorck).jpg – Wikimedia Commons) Il bar è illuminato da luci calde e gialle, quasi a ricordare i colori vivaci dei dipinti di Van Gogh. L’artista siede a un tavolo, cupo e assorto, quando John McCarthy – anziano professore dall’aria gentile e curiosa – si accomoda di fronte a lui con appunti e occhiali sul naso. La conversazione inizia con tono quasi teatrale:

Vincent van Gogh: (guardando l’interlocutore con aria torbida) Mi chiedo… come può esistere un artista artificiale? La pittura per me è dolore, è assenza di pace. Lo dicevo anche a mio fratello Theo: “la guarigione viene dall’interno, attraverso la grande rinuncia alla sofferenza” (801 (802, 605): To Theo van Gogh. Saint-Rémy-de-Provence, Tuesday, 10 September 1889. – Vincent van Gogh Letters). Senza quella sofferenza – con le sue pennellate sanguigne e disperate – come potrebbe una macchina comprendere il mistero dell’arte?

John McCarthy: (sorridendo con gentilezza) Caro Vincent, capisco il tuo stupore. Ma pensa: nel 1956 io e altri colleghi abbiamo proprio coniato il termine “intelligenza artificiale” durante un workshop al Dartmouth College (John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia). Vogliamo dire creare macchine capaci di apprendere. Ho persino inventato un linguaggio di programmazione, Lisp, perché queste macchine potessero manipolare simboli e concetti complessi (John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia).

Vincent van Gogh: (alzando gli occhi al cielo) Programmazione e algoritmi… Mi suona tutto così alieno! Voi matematici parlate di bit e circuiti, io parlo di stelle, ulivi e cieli tormentati. (con un sorriso amaro) Esagero: magari tu dirai che c’è già un algoritmo perfetto per dipingere Notte stellata.

John McCarthy: (ridacchia piano) In effetti, qualcosa del genere esiste già. Oggi ci sono programmi come Midjourney o DALL-E in grado di generare immagini dettagliate a partire da semplici descrizioni testuali (Midjourney – Wikipedia) (DALL-E – Wikipedia). Immagina: uno scrive “cielo stellato su un campo di grano in primavera”, e il computer – in pochi secondi – restituisce un quadro nuovo con luci e colori sorprendenti. Non è la tavolozza tradizionale, certo, ma l’arte evolve anche attraverso il codice.

Vincent van Gogh: (un po’ sconcertato) È un po’ spaventoso, questa cosa… Un quadro creato da un pennello senza anima…

(File:Vincent van Gogh – Self-Portrait – Google Art Project (454045).jpg – Wikimedia Commons)Van Gogh ascolta, sorseggiando il suo bicchiere: il suo volto, segnato dal dolore e dalla passione, ricorda un autoritratto famoso. (a voce bassa) John, io collezionavo volti, emozioni, storie. Ho dipinto scene di vita vera, persone vere. Tu parli di reti neurali e reti antagoniste, come se fossero confini di nuovi mondi. Ma davvero pensi che un insieme di numeri possa soffrire o gioire?

John McCarthy: (ci pensa su) Capisco, Vincent. Io stesso ho scritto che l’intelligenza artificiale è “la scienza e l’ingegneria di far macchine intelligenti, specialmente programmi intelligenti” (What is Artificial Intelligence?). Non pretendo che provino emozioni come te, ma apprendono dai dati e da regole logiche. Guarda, ci sono sistemi come AICAN: studia decine di migliaia di opere d’arte e genera immagini nuove ispirandosi allo stile dei grandi maestri (Considering Gender in the Age of AICAN, the Unhuman Artist | Topical Cream). Oppure pensa al ritratto “Edmond de Belamy”, creato da un algoritmo e venduto all’asta da Christie’s per 432.500 dollari (Painting Made by Artificial Intelligence Sells for $432,500 | TIME) – un segnale evidente che l’IA sta entrando nel mercato artistico.

Vincent van Gogh: (sospira, scuote la testa) Forse dovrei guardare più da vicino… Ho dipinto il Caffè di notte con quelle luci tremolanti, ricordi? Forse è in quel contrasto fra realtà e sogno che si nasconde il confine per unire natura e algoritmo.

John McCarthy: (annuisce con un sorriso) Forse è proprio così, Vincent. Forse ogni artista – umano o artificiale – in fondo cerca la stessa cosa: dare forma a ciò che ha dentro.

Van Gogh Parla con Jhon Mc Carty – 1

 

John McCarthy: contributi principali e visione sull’IA

John McCarthy (1927–2011) è celebre come uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale. Fu tra gli organizzatori del Dartmouth Summer Research Project (1956), da cui nacque il campo dell’IA (John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia) (John McCarthy, 1927 – 2011 – Communications of the ACM). Quel documento di progetto coniò il termine “intelligenza artificiale” e fissò l’idea che “ogni aspetto dell’apprendimento o di un’altra caratteristica dell’intelligenza” potesse essere descritto in modo da farlo simulare a una macchina (Considering Gender in the Age of AICAN, the Unhuman Artist | Topical Cream). McCarthy inventò il linguaggio di programmazione Lisp nel 1958, tuttora fondamentale per l’IA (John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia) (John McCarthy, 1927 – 2011 – Communications of the ACM), e pubblicò testi pionieristici (come “Programs With Common Sense” del 1958) sul ragionamento logico automatizzato. Egli definì l’IA come “la scienza e l’ingegneria di far macchine intelligenti, specialmente programmi intelligenti” (What is Artificial Intelligence?), sottolineando la visione razionale e simbolica dietro ai sistemi intelligenti.

Il concetto contemporaneo di AI Artist

Oggi l’AI Artist può essere inteso come un sistema informatico – o un artista umano coadiuvato dall’IA – che crea opere d’arte tramite algoritmi avanzati. L’arte generata dall’IA si basa su reti di apprendimento automatico (deep learning) capaci di “imparare” da grandi quantità di dati visivi e poi generare nuovi contenuti originali (What Is AI-Generated Art? — updated 2025 | IxDF). In questo processo l’umano spesso definisce parametri o prompt testuali, mentre l’algoritmo «completa i dettagli» e produce l’immagine finale. Tale fenomeno sfida l’idea tradizionale che l’arte sia esclusivamente umana: progetti come “Unsupervised” di Refik Anadol (che addestra modelli su dati del MoMA) dimostrano come la collaborazione uomo-macchina possa portare a risultati artistici inediti.

Esempi reali di AI che creano arte

Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli esempi pratici di creatività artificiale. Sistemi come Midjourney, DALL-E (di OpenAI) e Stable Diffusion trasformano descrizioni testuali in immagini complesse (Midjourney – Wikipedia) (DALL-E – Wikipedia). Per esempio, digitando “cielo notturno punteggiato di stelle su un campo di grano”, questi modelli possono produrre in pochi secondi un quadro digitale dettagliatissimo. Un caso emblematico è il ritratto “Edmond de Belamy”: generato da un algoritmo e aggiudicato da Christie’s per 432.500 dollari (Painting Made by Artificial Intelligence Sells for $432,500 | TIME), segnando l’ingresso dell’IA nel mercato dell’arte. Altri progetti, come AICAN dell’Università di Rutgers, usano reti generative avversarie (GAN) per “assorbire” stili storici e creare collezioni virtuali praticamente infinite di nuove opere (Considering Gender in the Age of AICAN, the Unhuman Artist | Topical Cream).

Fonti: La scenetta trae spunto da fatti storici e fonti reali: McCarthy coniò “IA” al Dartmouth 1956 (John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia) e fondò Lisp (John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia); Van Gogh scrisse a Theo del suo dolore e del sollievo che trova nella pittura (801 (802, 605): To Theo van Gogh. Saint-Rémy-de-Provence, Tuesday, 10 September 1889. – Vincent van Gogh Letters). Le moderne referenze riguardano i sistemi di generazione di immagini come Midjourney e DALL-E (Midjourney – Wikipedia) (DALL-E – Wikipedia), e casi di successo come “Edmond de Belamy” (Painting Made by Artificial Intelligence Sells for $432,500 | TIME). Le citazioni riflettono queste realtà storiche e tecnologiche.

 

Fonti :

 

Citazioni

801 (802, 605): To Theo van Gogh. Saint-Rémy-de-Provence, Tuesday, 10 September 1889. – Vincent van Gogh Letters

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John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia

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John McCarthy (computer scientist) – Wikipedia

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Midjourney – Wikipedia

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What is Artificial Intelligence?

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Considering Gender in the Age of AICAN, the Unhuman Artist | Topical Cream

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Painting Made by Artificial Intelligence Sells for $432,500 | TIME

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John McCarthy, 1927 – 2011 – Communications of the ACM

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John McCarthy, 1927 – 2011 – Communications of the ACM

 


Io , del resto , sto elaborando prompt, tuttavia il disegno a matita non sarà risparmiato  in futuro. La speriomentazione matita-ai è una unione in fase sperimentale per accelerare i risultati senza perdersi il calore di vero disegno a matita, di questo discorreremo nei prossimi “articoli”, ora solo un link all’ultimo progetto in A.I.

Ultimo progetto in A.I.

 

 

 

 

 

Leorbat  Aitekt

 

we furbacchione non scopiazzare le mie pagine furbastro

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